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L'emigrazione
Nel comune di Cartignano le risorse del luogo hanno sempre permesso unicamente un'economia di sussistenza ed in molti casi, non sono state in grado di garantire la sopravvivenza di tutti i famigliari; per questo motivo nell'ultimo secolo si è assistito ad un forte spopolamento delle campagne.
Accadeva che quasi tutte le famiglie di Cartignano avessero qualche membro che si dedicasse alle attività stagionali, così buona parte degli uomini si recava, da settembre ad aprile, in Francia dove trovava occupazione nel bracciantato.
Per raggiungere la Francia, Larche e la Valle dell'Ubaye, ovvero i luoghi che offrivano maggiori possibilità di lavoro, si valicava il colle Sautron; l'intero itinerario era compiuto a piedi.
Le donne invece emigravano in Provenza a maggio, per la raccolta delle ciliegie, e a settembre per partecipare alle vendemmie, mentre nel periodo estivo le famiglie si ricomponevano per svolgere le attività agricole.
Il fenomeno dell'emigrazione era assai diffuso soprattutto in quelle famiglie dove, una volta divisi i possedimenti tra i figli maschi, questi erano insufficienti al sostentamento di tutti.
Accadeva in alcuni casi che un erede vendesse la propria parte e cercasse fortuna in Francia, e in alcuni casi si imbarcava dai porti francesi di Nizza o Marsiglia per emigrare in cerca di lavoro in Argentina.
La maggior parte degli emigranti si dedicava a lavori legati all'agricoltura: si dissodavano i campi o si coltivavano le vigne. In altri casi le miniere di carbone offrivano ampie possibilità di lavoro; mentre altri ancora si trasferivano in luoghi come Barcelonette dedicandosi alla pastorizia.
Il fenomeno dell'emigrazione, sia stagionale che definitivo, coinvolse quasi tutte le famiglie cartignanesi; alcune località della Provenza, infatti, contano un gran numero di persone originarie di Cartignano come: Brignoles, Cabasse, Hyéres, Grasse, Draguignan, Solliés-pont, Aix, Cannes, Antibes, Arles.
Per arrotondare i guadagni la gente di Cartignano offriva il proprio lavoro anche nelle vicine località di Savigliano e di Fossano, per mietere il grano.
Nel periodo della fienagione si spostavano nell'Alta Valle, per svolgere l'attività di falciatori, approfittando dei diversi periodi di maturazione delle colture tra la pianura e l'alta montagna.
D'inverno invece, si spaccavano le pietre sul greto del Maira per vendere la ghiaia.
Per quanto riguarda l'andamento demografico delle montagne del cuneese, si può parlare di una vera e propria involuzione come dimostra il tasso natalità del dopoguerra che è progressivamente diminuito.
Questo fenomeno è dovuto soprattutto a fattori economici: a partire dalla metà degli anni '50 è iniziata una trasformazione della società che, prevalentemente dedita all'agricoltura, è scesa dalle valli per trovare occupazione nell'industria.
La scuola
La scuola principale era quella situata nel Municipio, essa copriva le prime quattro classi elementari.
Un'altra scuola aveva sede nella borgata di Cogno che copriva i primi tre anni di ciclo scolastico, tuttavia mentre a Paschero gli insegnanti erano tutti diplomati, a Cogno, prima del 1930, bastava avere la licenza per poter insegnare.
Da un'analisi delle fonti si nota come il numero dei ragazzi presenti agli scrutini alla fine dell'anno scolastico fosse molto inferiore rispetto a quello degli scolari iscritti, questo perchè gli esami si svolgevano in concomitanza con le attività stagionali estive e molti alunni venivano occupati, in quel periodo, per varie mansioni.
Testi e foto a cura di Espaci Occitan
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