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Torna Passar la bercha

Quando i migranti eravamo noi
Film e dibattiti con Nega so
Data:
Sabato, 08 Novembre 2025
Torna Passar la bercha

Descrizione

L’espressione occitana passar la bercha, attraversare una fenditura tra le rocce, per gli abitanti delle Alpi occitane un tempo significava metaforicamente emigrare, per brevi periodi o stabilmente, in cerca di lavoro e di condizioni di vita migliori per sé stessi e le proprie famiglie. Questo fenomeno si ripropone oggi in tutta l’Europa, e in modo marcato a Dronero, con l’arrivo di numerosi nuovi cittadini da stati e continenti lontani. Per ricordare le motivazioni e i processi che resero migranti anche gli occitani e i piemontesi, dopo il successo della rassegna primaverile Espaci Occitan torna a organizzare alcuni incontri sotto l’egida del progetto Nega so 2, sviluppato nell’ambito del bando TERRITORI INCLUSIVI e promosso da Fondazione Compagnia di San Paolo con la partecipazione di Fondazione CRC, per includere le persone con background migratorio, rendendo centrali i valori di multiculturalità e coesione.

Si comincia venerdì 14 novembre alle ore 21 con la proiezione del film L’ultimo viaggio (maggio 2025) diretto e prodotto da Lorenzo Ceva Valla e Mario Garofalo. Un prete trasporta in un baule il corpo della madre, che egli ha aiutato a morire, per seppellirlo in montagna, sulla riva di un lago vicino al confine. Smarritosi, incontra una pastora che accompagna clandestini oltre il confine, e che lo aiuterà nel suo proposito. I due personaggi, agli antipodi per personalità, durante un viaggio pieno di traversie avranno modo di conoscersi e di provare un’intesa inaspettata. Il film (82’) è stato girato anche nelle Valli Po e Infernotto, a Barge, Sanfront e sul Mombracco. I registi saranno presenti in sala per dialogare col pubblico.

Venerdì 21 novembre alle ore 21 l’antropologo e regista Andrea Fantino proietterà Il mio posto è qui? Vivere da rifugiati in Italia (2022). 6 personaggi, 3 località, da Cuneo a Castel Volturno passando per Roma: le testimonianze di rifugiati dell’Africa subsahariana che condividono il loro percorso esistenziale, condizionato dalla precarietà del sistema di accoglienza italiano ed europeo. La “fortuna” e la “volontà” – cardini entro cui muovere i propri passi, secondo un protagonista del documentario – sembrano dissolversi in un tempo fatto di mobilità e di costrizioni, dove le istituzioni spesso non aiutano e l’inserimento in una nuova società è sovente nelle mani di singoli individui capaci di fare la differenza, o nella possibilità di diventare soggetti politici a tutti gli effetti, dando vita ad una lotta per conquistarsi i propri spazi e i propri diritti. Il documentario è legato al progetto di ricerca internazionale Trafig promosso da Fieri. Al termine (87’), dibattito col regista.

Venerdì 28 novembre alle ore 21 nuovo appuntamento con Andrea Fantino e Un paese da abitare (2024), prodotto da FIERI, Forum Internazionale ed Europeo di Ricerche sull’Immigrazione, nell’ambito del progetto SETT. Il documentario esplora tre aree interne d’Italia – le Valli di Lanzo in Piemonte, Montelaterone e il Monte Amiata in Toscana, e il borgo di Camini in Calabria – per dar voce a comunità locali, migranti, esperienze di resistenza e rigenerazione. Al centro del racconto, una domanda essenziale: cosa spinge o trattiene le persone – autoctone o arrivate da altrove – a vivere nei piccoli centri dell’Italia marginale? È possibile costruire un futuro condiviso tra vecchi e nuovi abitanti, in territori segnati dallo spopolamento? Al termine (100’), dibattito col regista.

L’ingresso a tutte le proiezioni, che si terranno presso l’Istituto di studi di Espaci Occitan in Via Val Maira 19 a Dronero, è libero e gratuito.
Per info www.espaci-occitan.org, segreteria@espaci-occitan.org, tel. 0171.904075, Fb @museooccitano, Ig @museo.occitano.

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Ultimo aggiornamento

08/11/2025 09:05




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